Partito da Pecetto, seguo la nuova gippabile che si è mangiata il vecchio sentiero fino all’Alpe Bill.
Il sole è nascosto dalla foschia e il clima è afoso: al Passo del Moro (2h 45′) ci sono molte persone che vanno e vengono tra il rifugio e la statua della Madonna.
Dal Passo scendo brevemente ad un colletto (da cui si vede bene l’alta Val di Saas), dove alcuni ometti e tubi colorati a sinistra indicano l’attacco della cresta: inizialmente cammino tra rocce e grossi sassi, seguendo gli ometti, poi mi fermo davanti ad una breve paretina, molto ripida ed esposta su tutti i lati. Qui, dopo qualche riflessione, opto per proseguire senza arrampicate: riesco ad avanzare con estrema cautela e passi calibrati su una cornice di roccette e sfasciumi, moderatamente esposta ma sufficientemente stabile (versante Nord) sotto lo sguardo di un branco di camosci.
Superato questo infido passaggio, trovo il secondo tratto di cresta nuovamente praticabile senza affanni fino alla vetta (45′ – 3h 30′): da qui godo di un ottimo panorama verso la Val di Saas, mentre la Anzasca rimane nascosta dalle nebbie; il bussolotto metallico contente il quaderno di vetta è bloccato dalla ruggine! In discesa, quasi giunto al Passo, incrocio due Svizzere che mi chiedono lumi sulla salita, mi spiego alla meglio in Inglese e proseguo fino al Rifugio Maroli (40′ – 4h 10′).
Mi fermo per integrare le cibarie nello zaino con qualcosa di più sostanzioso e rilassarmi un po’ facendo due chiacchiere con altri escursionisti scompagnati.
In discesa fa sempre più caldo, sosto a Staffa (2h 30′ – 6h 40′) all’ombra del Tiglio e a Isella a comprare un po’ di formaggio.