Parto da San Domenico, dopo essermi informato sullo stato [chiuso] del sentiero a mezza costa; via Alpe Gilardino mi ricollego al sentiero “dei Fiori”, tra le nuvole, e arrivo al Pian di Stalaregno (2h 20′) col sole. Comincio a risalire il fornale verso ESE, dapprima a fatica tra il fitto di rododendri, abeti anni e piccoli larici, poi su erbe e roccette in terreno più aperto: qui, avendo la Punta Maror e la Torre di Veglia a destra, ravviso un grosso ometto a valle.
Una volta splafonato sul costone (40′ – 3 h) vengo investito da un forte vento, proseguo in salita (NE) sui pratoni stando verso la conca di Veglia: purtroppo il paesaggio sul versante della Val Cairasca è impedito dalla foschia. Dalla Punta dei Salarioli (50′ – 3h 50′) scendo quasi subito, a causa della sgradevole corrente d’aria fredda, su facili sfasciumi tenendo come riferimento le pozze di neve disciolta che punteggiano la base della Punta di Valtendra (30′ – 4h 20′).
Al passo ritrovo il sentiero ufficiale, ci sono molti Svizzeri e Italiani che traversano da e per Devero. Mi fermo a mangiare al Pian di Saas Moor (30′ – 4h 50′), mentre a Pian dul Scricc (30′ – 5h 20′) entro nella casera a comprare un mezzo chilo di formaggio d’alpe giovane. Da qui ultimo tratto di discesa fino a Cornu (40′ – 5h 30′), sosta al rifugio e al chiosco della ‘De Giuli’.
Verso l’ultimo tornante della gippabile per Pte Campo (50′ – 6h 20′) ritrovo due donne con cui avevo scambiato quattro chiacchiere al Pian di Saas Moor, le quali mi offrono un graditissimo strappo fino a San Domenico.